lunedì 23 marzo 2020

LA LEZIONE CORONAVIRUS LA LEZIONE DEL CORONAVIRUS: LA CRISI DELL'UMANITA' VERSO IL NUOVO ORDINE MONDIALE


LA LEZIONE CORONAVIRUS





Come affermo in questo video, molto crudo, questo virus non è un tiratore scelto, non ha mirato al cuore e al cervello di questo sistema malato. Anzi, forse ne è addirittura figlio (..) Forse dovrebbe chiedere i diritti al regista di "Contagion", un film del 2011.. 
Chi ne ha saputo trarre una preziosa lezione, in realtà non ne aveva assolutamente bisogno. 
Come ricostruiremo se abbiamo perso la saggezza dei nostri anziani, memoria storica, i più sensibili, temo i migliori? 
Resta il suolo coperto di cadaveri che ancora non possono essere pianti e seppelliti dignitosamente.



 






Che ci sia luna, (una speranza), sul sentiero notturno, (in questa tragedia collettiva), di chi porta fiori, (di chi semina ancora, lotta ancora e fa crescere in silenzio i fiori più belli della sua anima. Semina per le nuove generazioni, con umiltà).








La mia guerra personale continua. Continuerò a dare voce ai giusti, a lavorare con umiltà e in silenzio per le nuove generazioni.
I giusti sono gli ultimi, gli umili, quelli che sono davvero artefici delle vere rivoluzioni durature: solo che sono silenziosi, ci mettono anni e purtroppo non c'è più tempo!











Da atea, scrissi questa preghiera. Come la musica è la lingua universale, anche il grido di pietà giunga unanime non solo a Dio, che è l'unico ad ascoltarci, ma a chi vuole ucciderci per i suoi biechi interessi, senza farsi scrupolo alcuno. Restiamo uniti davvero. Come in questo video, dove ogni confessione, ogni ateo, ogni uomo, urla che esiste, che vuole vivere al meglio, protagonista del miglioramento globale. Abbiamo tutte le carte in regola per farcela: le nostre anime e i nostri cuori parlano la stessa lingua. Ne ho le prove: "Cinema d'ascolto" una raccolta di saggi in cui affermo che la pace è davvero possibile! Avevo intuito le basi universali che conferiscono alla musica il suo essere...l'ho raccontato per vent'anni. Ho seminato lungamente. Ho scritto, detto, musicato il futuro da troppo tempo. Non amo dire che l'avevo già detto. Quand'anche tutto questo finirà, non mi troverete in strada a brindare: resterò sola, in silenzio, a ringraziare Dio e i medici, nelle cui mani siamo tutti quanti. Continuerò a dare voce a quei pochi giusti rimasti.






In fondo, sono solo un "menestrello".