4 settembre alle ore 23:44 · San Giovanni Ilarione, Veneto ·
"Nel mio lavoro ogni week end si conoscono molte persone, alcune passano inosservate, altre invece rimangono impresse nella mente per la grandissima professionalità.
Le produzioni di Mariangela Ungaro sono conosciute, eseguite ed ascoltate a livello mondiale.
“E’ doveroso per ogni essere umano guardare oltre le grate dell’esistenza e cogliere le infinite possibilità e la bellezza della vita”. (M.Ungaro)
“A volte è assolutamente necessario cambiare prospettiva nella vita, avere il coraggio di guardare oltre, dare forma e Senso al vuoto, all’ombra, al nulla apparente. C’è infinita bellezza nel mondo”.
Video amatoriale di Mariangela Ungaro dedicato alla mostra di Escher a Palazzo Reale.
Musiche originali di Mariangela Ungaro:
“Esercizi di stile: fuga in stile bachiano”
“Solitudine”
Trovo avvilente un solo fatto in tutta la mostra, ben curata ed interessante, alla portata di tutti: il rapporto con la musica e l’eredità di Escher, ridotta al rifiuto dell’autore a concedere i diritti a Mick Jagger per la copertina del suo album.
C’è davvero molto di più: la poetica di Escher ha condizionato sia a priori sia a posteriori moltissima musica colta. La trasformazione di una o più cellule, con coerenza compositiva, con il giusto collante timbrico, strumentale, l’evoluzione delle figurazioni ritmiche, è la base di qualsiasi didattica compositiva, e di ogni composizione prodotta con mestiere artigianale, studio accurato e infinita passione.
Come in “Metamorfosi” Escher parte dalla parola scritta, che si trasforma in scacchiera, in uccelli, in esagoni, in alveare, nel paese di Atrani, (…) in scacchiera, e ritorna a cerchio parola scritta, così la musica parte da una cellula madre, o più cellule che man mano si modificano con coerenza dall’interno, e generano altre figure ad essa riconducibili.
Tutto ciò non è assolutamente ignorabile.
Umanamente parlando, credo che Escher mi abbia lasciato un grande messaggio: anche l’ombra ha la sua ragione d’essere, il vuoto può essere sempre colmato, compreso, e tutto cambia aspetto.
La morte e la vita, la luce e il buio, la notte e il giorno, ottimismo e pessimismo, (…) sono assolutamente complementari, e come tali vanno accettati nella loro essenza, che genera completezza.
Se a ciò si aggiunge che vi possono essere infinite prospettive, infiniti mondi, allora la Bellezza esplode in tutta la sua essenza, in tutta la sua incommensurabile grandezza, e non si può far altro, per noi comuni mortali, che sentire grande pace e restare in silenzio a contemplare.